non è un paese per giovani, ne per esseri umani

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della serie:
oggi sono tanto felice
oggi mi sento in vena di ottimismo
oggi sento che la vita avrà grandissimi risvolti
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questa fantastica italia mi rende
tanto
tanto
tanto
tanto
felice.
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giusto per non smentirci mai:
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Il delitto avviene nella notte fra il 17 e il 18 aprile 1991. Quella sera Maso, Carbognin, Cavazza e Burato si ritrovano nel bar di Montecchia che usavano frequentare, e discutono gli ultimi dettagli. Un loro amico, Michele, è informato del progetto affinché ne prenda parte, ma crede che i quattro ragazzi stiano scherzando. Quando poi i ragazzi lasciano il bar, Michele li accompagna in casa di Pietro, ma seguita a non credere, finché decide di rinunciare. Alle 23, i genitori di Pietro non si trovano ancora in casa, poiché stanno tornando da Lonigo dove avevano preso parte a un incontro dei neo-catecumenali.
Pietro è al corrente di questo in quanto aveva domandato al padre il prestito della sua automobile per recarsi in discoteca. Sa quindi che a minuti, i genitori faranno ritorno a casa. Alle 23.10 infatti l'auto giunge nel garage. Antonio accende la luce ma si accorge che manca la corrente. Così sale le scale per raggiungere, al primo piano, il contatore. Giunto in cucina, viene subito colpito dal figlio, armato di un tubo di ferro; Damiano lo colpisce a sua volta con una pentola. Poco dopo arriva Rosa e viene aggredita da Paolo e Giorgio, armati rispettivamente di un bloccasterzo e un'altra pentola. La madre di Pietro non muore sul colpo, così il figlio interviene e oltre a colpirla lui stesso,cerca di soffocarla mettendole in gola del cotone e chiudendole la faccia in un sacchetto di nylon.Nel frattempo Paolo si accanisce contro il signor Maso premendogli il piede sulla gola. Cinquantatre minuti dopo i primi colpi, le due vittime cessano definitivamente di respirare.
A delitto compiuto, i ragazzi si disfano degli oggetti serviti allo scopo, e anche delle tute utilizzate per proteggersi dal sangue. Da notare che Burato, Carbognin e Cavazza avevano indossato delle maschere. Paolo e Damiano rientrano a casa. Pietro, invece, ha bisogno di crearsi un alibi, così con Giorgio si reca in due diverse discoteche (nella prima non riescono ad entrare perché piena). Alle 2 del mattino rientra a casa per fare la finta scoperta. Avverte i vicini di aver visto, salendo le scale, "due gambe". Appare scosso e impaurito. Uno dei vicini entra in casa, sale le scale e scopre la scena.
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Maso in semilibertà, ma il suo paese non perdona;
Il tribunale: è stato valutato il suo percorso positivo.
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MILANO (15 ottobre) - La decisione di concedere il regime di semilibertà a Pietro Maso, condannato a 30 anni di carcere per l'omicidio dei genitori, è stata presa «in seguito alla valutazione di un percorso positivo da lui compiuto»: lo ha spiegato il presidente del tribunale di sorveglianza di Milano, Pasquale Nobile De Santis, chiarendo che «la posizione di Maso non è diversa da quella di molti alti detenuti, dei quali si valuta un percorso positivo». Maso, usufruendo del regime di semilibertà, lavorerà fuori dal carcere di Opera come magazziniere.
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«La nostra attività - ha spiegato il presidente - è di valutare se si sta compiendo un percorso graduale di reinserimento. Sono quattro gli elementi che influiscono su una decisione di questo genere: il comportamento positivo del detenuto, il tempo trascorso in carcere, la gradualità del recupero e il residuo di pena». Maso ha trascorso 17 anni in carcere e la sua pena residua, considerato l'effetto dell'indulto e della liberazione anticipata, è di circa 4 anni e mezzo. «Il nostro compito - ha concluso il magistrato - è valutare se una persona può reinserirsi nella società, anche se è comprensibile che attorno a questo caso ci sia un'attenzione e una reazione mediatica». Il veronese ha gia usufruito in passato di permessi premio e, dopo la semilibertà, potrebbe usufruire della liberazione anticipata. Ora la Procura generale di Milano potrà, entro dieci giorni, impugnare l'ordinanza di semilibertà davanti al tribunale di sorveglianza e ricorrere eventualmente in Cassazione. Nell'impugnazione, inoltre, la Procura potrà chiedere la sospensione dell'esecuzione del provvedimento, tramite un'istanza di sospensiva.
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La difesa: rispettate la privacy di Maso. I legali di Pietro Maso hanno chiesto alla stampa di rispettare la privacy del loro assistito e il suo percorso di «pieno recupero umano, affettivo, sociale e personale». Il giorno dopo la notizia della concessione della semilibertà all'uomo che nel '91, allora diciassettenne, uccise i genitori per entrare in possesso dell'eredità, e per questo fu condannato a 30 anni di carcere, la difesa interviene perché «sia correttamente inquadrata la vicenda processuale» e per chiedere agli organi di stampa «pur comprendendo le ragioni giornalistiche», di tutelare «le necessarie esigenze di riservatezza in ordine alla sfera privata, ai rapporti con i familiari, con la fidanzata, al rapporto di lavoro» del loro assistito. Pietro Maso, affermano i suoi avvocati, «oggi desidera solo potersi ricostruire una vita». I legali sottolineano che nel provvedimento è contenuta «un'articolata motivazione che, ripercorrendo il percorso umano del signor Maso, ne evidenzia con dovizia di particolari il recupero umano, affettivo, sociale e personale. Ne emerge dunque un quadro assolutamente positivo, di pieno recupero, in linea col principio di rieducatività della pena che lo stesso Maso ha fatto proprio».
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Il paese sotto shock non perdona. Oggi come 17 anni fa nessuno a Montecchia di Crosara (Verona) è disposto a perdonare. La concessione della semilibertà a Pietro Maso riapre una ferita che la piccola cittadina veronese non è mai riuscita a risanare. Difficile trovare a Montecchia un abitante che condivida la decisione dei giudici milanesi. «Ormai non c'è da stupirsi di niente - dice un avventore del bar del paese, vicino alla chiesa parrocchiale - non serve scandalizzarsi. Almeno siamo sicuri che Pietro Maso non tornerà mai più qui a Montecchia». Il sentimento più diffuso è quello dello sconcerto e della rabbia per una pena considerata troppo mite, e c'è chi ricorda che si trattò di un delitto «barbaro» e pianificato da giovani che agirono come «mostri».
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8 commenti:

Anonimo ha detto...

davvero...extra felice...è bello sapere che nn c'è futro...

Unknown ha detto...

non cè più niente da fareeeeeeeeeeee

è stato bello sognareeeeeeeeeee





* -.- *

Ares ha detto...

beh.. eccomi qui vivo..più o meno...

cmq si.. diciamo pure che il nostro futuro è in mano a vecchi che pensano solo ai loro interessi...


Enjoy(?)


Ares

Unknown ha detto...

già bella roba!
..stò seriamente prendendo in considerazione l' idea di espatriare in america..

Ares ha detto...

l' america non è così meglio anzi.. per molti versi è peggio... secondo me sono da considerare i paesi scandinavi...


Enjoy

Ares

Unknown ha detto...

tutto il mondo è paese, no?
..ma io mi sono sempre sentita americana dentro XD

ribbon. ha detto...

se pensi che un mese fa hanno mandato fuori anche quella terrorista nera lì, un mi ricordo nemmeno come si chiama

condannata insieme al suo amico per non so quante stragi, tutte ammesse senza nemmeno un rimorso tra l'altro...

viviamo proprio in un bel mondo si ...

Unknown ha detto...

èèèèèè ormai cè davvero poco da stupirsi, PURTROPPO.